Il recente caso di un Avvocata che si è vista negare dal Magistrato il richiesto rinvio d’udienza per legittimo (e documentato) impedimento, ha acceso il dibattito sui numerosi episodi che, ogni giorno, nelle aule di udienza, ledono la dignità e il decoro della professione forense, ed a volte anche la dignità della persona, in particolare della donna.
Con grande disappunto, mi trovo a dover testimoniare come tali condotte siano purtroppo estremamente diffuse, a livelli che a volte trascendono anche l’umana decenza, scadendo nel becero abuso di potere e/o in abietti soprusi a discapito del più giovane e malcapitato legale di turno (e specialmente della più giovane legale), avendo assistito ai gratuiti attacchi di un Giudice di Pace che ha tentato, inutilmente ed in modo grossolano e maleducato, di subordinare ai suoi capricci una Collega e di delegittimarne la funzione agli occhi degli altri presenti (tutti, per fatal combinazione, maschi), al punto da ingaggiare – forse involontariamente – una lotta per il dominio contro l’unica persona del suo stesso sesso in quell’aula. Ma noi Avvocati siamo solo servi della Giustizia e non di chi – meritoriamente o meno – ricopre il ruolo di Giudice.
Siamo purtroppo non solo molto lontani da una presunta parità di genere (principio che, in tale episodio, è anche eccessivo scomodare), ma anche dalle più elementari regole di civiltà e collaborazione tra operatori del diritto. Piero Calamandrei affermava – in modo acuto ma anche forse con un filo di ironia – che “il segreto della giustizia sta in una sempre maggior umanità e in una sempre maggiore vicinanza umana tra avvocati e giudici nella lotta contro il dolore. Infatti il processo, e non solo quello penale, è di per sé una pena che giudici e avvocati devono abbreviare rendendo giustizia.” In questo senso, tocca constatare con grande amarezza, che oggi (e purtroppo non solo oggi) – nell’aula di udienza di un Giudice di Pace del Veneto – la lotta per la giustizia e contro il comune dolore, è apparsa come una chimera assai lontana.