Vogliamo ricordare a tutti i lavoratori (ed ai datori di lavoro), in questo giorno di festa, che ai fini della configurabilità della responsabilità in caso di infortunio è sufficiente -come richiama anche una recente sentenza del Tribunale di Treviso in una causa da noi patrocinata- che l’evento dannoso si sia verificato a causa dell’omessa adozione di quelle misure ed accorgimenti imposti all’imprenditore dall’art. 2087 c.c. ai fini della più efficace tutela dell’integrità fisica del lavoratore stesso. Ricadono sullo stesso datore di lavoro che abbia omesso di adottare tali misure ed accorgimenti -o che abbia omesso di verificarne l’avvenuta adozione da parte di chi di dovere- anche quei rischi derivanti da cadute accidentali, stanchezza, disattenzione o malori comunque inerenti al tipo di attività che il lavoratore sta svolgendo.
Dopo l’ubriacatura odierna di parole sui diritti (e di musica), il datore di lavoro domani si assicurerà veramente di averli adottati questi accorgimenti? Oppure continuerà a rischiare sulla pelle dei lavoratori? Continuerà a cercherà il profitto anche a scapito della prevenzione, non capendo che il successivo risarcimento cui sarà obbligato è sempre più gravoso economicamente ed inaccettabile da un punto di vista morale?
Ed ora buon primo maggio.