Il servizio nazionale sanitario è gratuito. E questo tutti lo sanno. Allora perché proporre una polizza sanitaria? Il motivo è semplice. Sempre più spesso l’accesso ai servizi sanitari pubblici è lento e non risponde alle esigenze degli utenti. Il ramo privato offre invece la celerità. E quando si parla di salute, il fattore tempo può essere una leva straordinaria. Così il privato vince sul pubblico. Ma il privato ha un costo. Ecco il senso di una forma di tutela in forma assicurativa. Tutto molto chiaro. Tutto molto lineare. Fino ad un certo punto però.
Quando una compagnia di assicurazione deve vendere una polizza assicurativa fa forza proprio sull’onerosità della prestazione sanitaria (se si vuole una visita celere il privato è l’unica scelta). Ma quando la stessa compagnia di assicurazione è chiamata a rimborsare le spese mediche sostenute da una vittima di un incidente stradale, il quale per le stesse esigenze di celerità ed immediatezza dell’assicurato ha inteso fare ricorso al canale privato, allora contesta, eccepisce, resiste. E sorprendentemente nega proprio la circostanza sulla quale ha costruito il prodotto assicurativo in tema di prestazione sanitaria. Afferma che non c’era necessità di spendere soldi per una cura, per una prestazione; bastava rivolgersi al magnifico sistema nazionale pubblico. Vanto della Nazione. E lo poteva fare senza spendere un euro.
Ma se devo aspettare un trattamento fisioterapico per vari mesi e ne ho bisogno invece adesso? Aspettare. Ma se mi assegnano una protesi che mi permette di fare solo certi movimenti e non altri garantiti da ausili più moderni? Non esagerare con i movimenti. Se mi passano un numero insufficiente o non adeguato di pannoloni? Contenere.
E’ in questo che si rileva la doppiezza di alcune assicurazioni. Per vendere una polizza dicono che le spese sanitarie sono per lo più costose (il baraccone pubblico non ti garantisce nulla). Per non pagare un risarcimento affermano che tutto, veramente tutto, è garantito gratuitamente dal Servizio Nazionale.
Invece di chiedere al consumatore “come stai?”, la brava ed ignara testimonial del prodotto dovrebbe chiedersi: “ma come stanno messe certe assicurazioni?”