Il Governo, in sede di approvazione del c.d. milleproroghe, ha approvato un emendamento volto a mantenere lo scudo penale per tutto l’anno in corso. E’ stato proposto infatti che: “fuori dallo stato di emergenza epidemiologica da Covid” la limitazione della punibilità ai soli casi di colpa grave “opera per i fatti di cui agli articoli 589 e 590 del codice penale, commessi sino al 31 dicembre 2024 nell’esercizio di una professione sanitaria in situazioni di grave carenza di personale sanitario“. Nel testo dell’emendamento si legge inoltre: “si tiene conto delle condizioni di lavoro dell’esercente la professione sanitaria, dell’entità delle risorse umane, materiali e finanziarie concretamente disponibili in relazione al numero dei casi da trattare, del contesto organizzativo in cui i fatti sono commessi nonché del minor grado di esperienza e conoscenze tecniche possedute dal personale non specializzato“.
Appare evidente che mantenere lo scudo penale, al di fuori del contesto dell’emergenza Covid, è il netto riconoscimento, da parte del Governo, dello stato di estrema difficoltà organizzativa e di grave carenza di mezzi e personale in cui versa il sistema sanitario italiano. Situazione che concorre grandemente ad indurre il singolo medico all’errore, essendogli impedito di lavorare nelle condizioni ideali per assicurare e tutelare la salute del paziente. Quindi se è giustificato attenuare la responsabilità di coloro che non sono responsabili di tale situazione, ed in tale situazione sono costretti a lavorare e commettere errori, è ancora più evidente (e facile accertare) la responsabilità, anche penale, dei vari direttori che avrebbero dovuto garantire un livello di sicurezza adeguato (e la sicurezza è uno dei principi cardini della c.d. Legge Gelli). In realtà è sempre più improprio parlare di semplice responsabilità medica (il medico è molto spesso citato nei giudizi civili solo dalla sua struttura, in rivalsa, e non dal paziente) dovendosi preferire il termine più generale di responsabilità sanitaria, in quanto è la disorganizzazione e lo smantellamento del sistema sanitario pubblico a determinare direttamente o indirettamente il danno al paziente.
Difendiamo dunque i medici (se vogliamo) ma non regaliamo alcuna impunità ai vari direttori, veri responsabili.