La Corte di Cassazione (sentenza del 15 gennaio 2025 n. 1013) conferma il proprio granitico orientamento ritenendo che “la perizia stragiudiziale non ha valore di prova nemmeno rispetto ai fatti che il consulente asserisce di aver accertato, ma solo di indizio, al pari di ogni documento proveniente da un terzo, con la conseguenza che la valutazione della stessa è rimessa all’apprezzamento discrezionale del giudice di merito che, peraltro, non è obbligato in nessun caso a tenerne conto“.
A fronte di ciò precisa che “le conclusioni di una perizia stragiudiziale non possono formare oggetto di applicazione del principio di non contestazione né vincolano in alcun modo il giudice a recepire dette conclusioni; secondo Cass., 5, n. 34450 del 23/11/2022 “In tema di prove civili, le conclusioni raggiunte in una perizia stragiudiziale, ritualmente depositata dalla parte nel processo, non possono formare oggetto di applicazione del principio di non contestazione, ai sensi dell’art. 115 c.p.c., poiché esse non assurgono a fatto giuridico suscettibile di prova, ma costituiscono un mero elemento indiziario soggetto a doverosa valutazione da parte del giudice“.