Per fare memoria, e non semplice ricordo, occorre la fatica di assumere ogni giorno la responsabilità di incarnare nella propria esistenza il mandato di colui che ci ha lasciato.
In occasione dell’incontro svoltosi in data 10 dicembre 2021 con i giuristi cattolici, Papa Francesco rilevava che: “chi non ha capacità di spendere e di consumare sembra non valere nulla. Ma negare i diritti fondamentali, negare il diritto a una vita dignitosa, a cure fisiche, psicologiche e spirituali, a un salario giusto significa negare la dignità umana. Lo stiamo vedendo: quanti braccianti sono – scusatemi la parola – “usati” per la raccolta dei frutti o delle verdure, e poi pagati miserabilmente e cacciati via, senza alcuna protezione sociale. Riconoscere in linea di principio e garantire in concreto i diritti, tutelando i più deboli, è ciò che ci rende essere umani. Altrimenti ci lasciamo dominare dalla legge del più forte e diamo campo libero alla sopraffazione. Per questo motivo, il riconoscimento dei diritti delle persone più deboli non deriva da una concessione governativa. No. E i giuristi cattolici non chiedono favori a nome dei poveri, ma proclamano con fermezza quei diritti che derivano dal riconoscimento della dignità umana. Il ruolo del giurista cattolico, in qualsiasi ruolo operi, come consulente, avvocato o giudice, è quindi quello di contribuire alla tutela della dignità umana dei deboli affermando i loro diritti. In questa maniera egli o ella contribuisce all’affermarsi della fraternità umana e a non deturpare l’immagine di Dio impressa in ogni persona.Il Cardinale Dionigi Tettamanzi amava ripetere che “i diritti dei deboli non sono diritti deboli”. A voi, in maniera particolare, il compito di affermarli con fermezza e di tutelarli con sapienza, cooperando a costruire una società più umana e più giusta
Ed in occasione dell’incontro con una delegazione di avvocatidel Paesi membri del Consiglio d’Europa, in data 21 agosto 2023, ricordava che: “il fondamento della dignità della persona umana risiede nella sua origine trascendente, che vieta, di conseguenza, ogni violazione; e tale trascendenza esige che, in ogni attività umana, la persona sia messa al centro e non si ritrovi in balia delle mode e dei poteri del momento (cfr Discorso al Parlamento Europeo, 25 novembre 2014). In effetti, «un’Europa che non è più capace di aprirsi alla dimensione trascendente della vita è un’Europa che lentamente rischia di perdere la propria anima e anche quello “spirito umanistico” che pure ama e difende» (ibid.). Il rispetto dei diritti umani può essere assicurato e uno Stato di diritto può trovare solidità solo nella misura in cui i popoli restano fedeli alle loro radici che si nutrono della verità, la quale costituisce la linfa vitale di qualsiasi società che aspiri ad essere veramente libera, uman a e solidale (cfr Discorso al Consiglio d’Europa, 25 novembre 2014). Senza questa ricerca della verità sull’uomo, secondo il progetto di Dio, ognuno diventa la misura di sé stesso e del proprio agire. Ora, di fatto, vi è oggi una tendenza a rivendicare sempre più diritti individuali non tenendo conto del fatto che ogni essere umano è legato a un contesto sociale in cui i suoi diritti e doveri sono connessi a quelli degli altri e al bene comune della società stessa (cfr Discorso al Parlamento Europeo). Un malinteso sul concetto di diritti umani e il loro paradossale abuso potrebbero consegnare i popoli ai «purismi angelicati, [ai] totalitarismi del relativo, […] [ai] fondamentalismi antistorici, [agli] eticismi senza bontà, [agli] intellettualismi senza saggezza» (Esort. Ap. Evangelii gaudium, 231), dove lo Stato di diritto non sarebbe più al servizio che di una persona umana falsificata e manipolata secondo interessi economici e ideologici.