Ogni volta che l’ANIA pubblica la relazione annuale sullo stato assicurativo nazionale, corro a controllare i risultati della sua magnifica azione repressiva in ordine all’attività fraudolenta. Ed invero dopo quasi un decennio di normative e regolamenti, finalizzati unicamente a dare alle compagnie tutti gli strumenti per debellare questo male italiano atavico (asseritamente causa di ogni problema assicurativo, anche in termini di costi delle polizze), i risultati dovrebbero essere straordinari. Ed in effetti in qualche modo lo sono.
Sul totale degli incidenti denunciati nel 2020 (2.813.191) sono solo 4.489 (pari a 0,0015%) le denunce. E non sappiamo quante di queste si sono tramutate in condanne. Le compagnie accampano scuse puerili per giustificare una così basso “tasso di reddittività” (addirittura chiamando in causa il sistema del processo penale in Italia) scuse che però non impedirebbe, a ben vedere, la presentazione delle denunce come condotta anche di natura “politica” (essendo quello delle frodi un refrain oramai autistico delle compagnie). Ed altre scuse sono addirittura esilaranti (le compagnie che possono vantare miliardi di utili all’anno sarebbero frenati dagli alti costi per la presentazione di una querela?!?) Ma se un’assicurazione non può permettersi una denuncia, chi lo potrà mai fare??
In realtà è che alle compagnie non interessa tanto contrastare le frodi, piuttosto, attraverso una traslitterazione del stesso significato di frode, opporsi alle richieste risarcitorie non in linea con il proprio utile. Ed invero il numero della statistica che più appassiona gli assicuratori sono le posizioni abbandonate (circa 56.000).
Ma la domanda vera è la seguente: quelle richieste risarcitorie, bollate come truffaldine ed abbandonate dai danneggiati, derivano da un’implicita confessione di colpevolezza oppure dall’oggettiva difficoltà di accesso alla giustizia (stante la copertura effimera del patrocinio a carico dello Stato)?
Con la scusa della lotta alle truffa le compagnie spingono al di fuori del procedimento risarcitorio stragiudiziale i danneggiati, consapevoli che pochi potranno poi attivare il percorso giudiziale.
Ma si continua a parlare di truffe.