Nel bollettino dell’IVASS del 15 dicembre 2020 si legge:
“A fine 2019 risultano pendenti complessivamente 221.453 cause civili e penali, in diminuzione del 4% rispetto al 2018 e del 27% rispetto al 2010. A fronte di queste cause, le imprese hanno accantonato riserve per 5,3 miliardi di euro ovvero il 31% della riserva complessiva dei rami r.c. auto e natanti. (…) In termini di importo, le cause civili di 1° grado si sono chiuse per il 59% con transazioni, per il 32% con soccombenza dell’impresa e per l’8,7% con esiti favorevoli all’impresa; il numero delle cause con rinuncia agli atti di giudizio, ad esito delle attività antifrode svolte dalle imprese, è stato del 14%“
Queste cifre, incontestabili, confermano un timore legittimo e radicato: le compagnie sottovalutano sistematicamente il risarcimento in fase stragiudiziale, tanto che, con l’attivazione di una causa, per oltre il 90% dei casi poi sono disposte (o condannate) a pagare.
Perché le assicurazioni lo fanno?
Perchè molti non sono in grado (o non se la sentono) di andare in giudizio, così abbandonando parte del risarcimento dovuto.
E le compagnie guadagnano.