L’IVASS, nella relazione annuale, auspica, pur nella consapevolezza dell’insussistenza (per il momento) dell’azione diretta, che le compagnie, coinvolte nell’ambito della r.c. sanitaria, comunichino al danneggiato le ragione dell’eventuale diniego, e ciò per una doverosa correttezza e trasparenza dei rapporti e nella preminente tutela del danneggiato. L’Istituto di Vigilanza ha registrato infatti nell’anno trascorso (2022) molti reclami avente per oggetto proprio i ritardi nell’ottenere riscontro a richieste sullo stato di trattazione delle pratiche.
Nella mia esperienza professionale mai una volta (e sottolineo mai) mi è stato concesso assistere alla comunicazione, da parte della compagnia assicuratrice di una struttura sanitaria, dei motivi del diniego al risarcimento, ma neppure alla semplice comunicazione del rigetto della richiesta. Tutto rimane sospeso, così da alimentare le speranze in una risposta o forse anche in una soluzione (che poi mai arriverà), facendo così perdere al danneggiato tempo e convinzione. Infatti dopo aver ottenuto la possibilità di visitare il danneggiato (preminentemente per poter così garantirsi la corretta apposizione delle riserve) le compagnie letteralmente svaniscono nel nulla, forti che non sussiste una previsione normativa, come quella dell’art. 148 C.d.A., e certi di non poter essere sanzionati dall’IVASS.
L’auspicio dell’Istituto (al di fuori di un rapporto cogente) certo non potrà invertire la rotta. Al cullare delle favole alla fine è sempre meglio preferire l’azione: attendere è inutile, opportuno è promuovere subito l’accertamento giudiziale.