Per liquidare il danno non patrimoniale si utilizzano due tabelle: una ministeriale (per i danni fino al 9% di invalidità permanente) e una di creazione giurisprudenziale (solitamente quella redatta dal Tribunale di Milano per i danni superiori al 9% I.P.). Tali tabelle vengono periodicamente aggiornate tenendo conto dei valori dell’inflazione rilevati dall’Istat.
Ma come liquidare il danno se la tabella di riferimento è già “stagionata”? Nulla di più semplice: procedere per il caso concreto alla rivalutazione. I Giudici però inspiegabilmente non lo fanno e nelle sentenze si legge spesso che i valori indicati nella tabella di riferimento, anche se redatta uno o due anni prima, sono ancora “attuali”. Quindi niente rivalutazione. Il danneggiato deve accontentarsi solo degli interessi.
Tale errore (perché di questo si tratta) non avrebbe grande peso se l’inflazione fosse contenuta o se l’opera di aggiornamento avesse una cadenza costante, al massimo di un anno. Ma cosa succede se l’inflazione galoppa ed i redattori delle varie tabelle non operano tempestivamente l’adeguamento?
Quello che sta succedendo oggi purtroppo.
La tabella delle c.d. micropermanenti è stata redatta oltre un anno fa (giugno 2022) quella per i danni maggiori quasi due anni e mezzo fa (marzo 2021). E proprio in questo ultimo periodo si è registrata un’impennata dell’inflazione: il tasso è aumentato dal giugno 2022 ad oggi del 6,7% ed addirittura del 15,3% dal marzo 2021.
Quindi affermare -come continuano a fare i Giudici- che il valore indicato in una tabella redatta nel giugno 2022 (o nel marzo 2021) deve considerarsi ancora attuale è un macroscopico errore, che, stante i dati dell’inflazione, comporta un vero danno al creditore, il quale si vedrà, in maniera del tutto illogica, decurtato il proprio risarcimento del danno non patrimoniale in media del 10%. E ciò senza una ragione giuridica anzi contro la logica giuridica.
E ovviamente le assicurazioni ringraziano per questo inatteso regalo. Per capire a quanto ammonta il guadagno (in termini di risparmio) che i Giudici garantiscono alle compagnie assicurative è sufficiente rammentare che nell’ultimo anno in Italia si sono registrati quasi due milioni di incidenti, con un risarcimento medio di Euro 5.786,00 (dati Ivass).
Se prudenzialmente riduciamo ad un quarto tale ultimo dato (riferibile al solo ristoro del danno non patrimoniale) ossia ad Euro 1.446,50, il valore è impressionante: qualche centinaia di milioni!!!