Dopo ogni strage (come quella di Mestre) diviene sempre più evidente la necessità e l’urgenza di riaffermare la funzione della responsabilità in chiave non solo riparatoria ma anche deterrente. Ci sono centinaia di pubblicazioni scientifiche, migliaia di articoli, innumerevoli sentenze che affermano in maniera chiara e netta la polifunzionalità della responsabilità.
Ma per me rimane sempre mirabile un breve passaggio nel libro Il dolce domani (di Russel Banks) incentrato su un tragico incidente di un bus scolastico (per rimanere in tema). L’avvocato Stephens Mitchell che è accorso sul luogo del disastro ci consegna questa indimenticabile confessione.
“Ogni volta che vengo a sapere di un caso come il disastro dello scuolabus capitato lassù, mi trasformo in un missile a ricerca termica, e punto al bersaglio che, lo sento nelle ossa, sarà un ufficio statale pasticcione e corrotto o una multinazionale che ha calcolato la differenza tra un bullone da dieci centesimi e un accordo stragiudiziale da un milione di dollari e ha deciso di sacrificare qualche vita a quella differenza. Fanno così, calcolano i risultati; ho visto ripetere all’infinito quella scena, finché uno comincia a interrogarsi sulla natura umana. Sono scimmie intellegenti, ecco tutto. Fanno le analisi in anticipo per vedere quanto gli costerà garantire la sicurezza rispetto a quanto sono costretti a pagare come risarcimento danni quando il bullone mancante manda l’autobus giù per la scarpata, e si limitano a scegliere l’opzione più economica.
E dipende da gente come me rendere più economico costruire gli autobus con quel bullone in più, o aggiungere un metro in più di guardrail, o prosciugare una cavo. E’ l’unico freno che si riesce a mettere al loro operato. E’ l’unico modo in cui è possibile assicurare la responsabilità a questa società“.
Non si sarebbe potuto dire meglio e con più precisione ….