Il Tribunale di Bologna, con la sentenza del 18 novembre 2014 ha condannato Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, i due ex terroristi dei Nar, giudicati, con sentenze definitive, esecutori materiali della strage di Bologna, a risarcire i danni arrecati allo Stato.
In particolare è stato ritenuto “risarcibile il danno non patrimoniale arrecato all’identità e all’immagine dello Stato italiano per effetto dei delitti di strage e banda armata, da liquidarsi in via equitativa in ragione dell’importanza dei beni lesi e della gravità della lesione“. La sentenza definisce il bene leso “di rango fondamentale” stante “la gravità di quel fatto, in sé e per sé considerato, per l’entità delle conseguenze lesive a persone e cose, per lo sgomento e il senso di insicurezza che provocava nell’opinione pubblica, dovuto anche alla circostanza che si trattasse di un attentato a una via di comunicazione, tale da colpire in modo imprevedibile e indiscriminato, è di livello senza pari nella storia d’Italia, e secondo in ambito europeo, per il numero di vittime, solo agli attentati di Madrid dell’11 marzo 2004“. Non solo: “la vastissima risonanza della notizia, anche sul piano internazionale, è documentata negli articoli di stampa”. A decenni dalla strage, tale evento è “rimasto impresso in modo indelebile nella coscienza collettiva della nazione, come un vero e proprio danno permanente“.
Quella strage ha determinato anche un enorme danno di immagine: “dopo il 2 agosto l’Italia appare agli occhi dei propri abitanti come incapace di proteggere la loro incolumità, nello svolgersi della loro vita quotidiana, in quanto vittima di individui e organizzazioni capaci di colpire dovunque e senza alcun preavviso, e che mirano dichiaratamente a sovvertirne l’ordine democratico”. Agli occhi del mondo l’Italia è “uno Stato in lutto, vulnerabile rispetto all’azione di gruppi estremisti, incapace di difendersi”.
In ordine alla quantificazione il Tribunale, pur premettendo che: “non può in nessun modo essere provato nel suo preciso ammontare, né risultano precedenti in materia, stante il carattere – per fortuna – straordinario dell’evento dannoso», ha calcolato in circa 1 miliardo di euro il danno non patrimoniale, oltre un ulteriore miliardo per interessi e rivalutazione. A ciò si deve aggiungere il danno patrimoniale per circa 59 milioni di euro per le spese sostenute e gli oneri economici sopportati dallo Stato (dai funerali solenni, alle spese per uomini e mezzi impiegati nei soccorsi, alle visite di presidente della Repubblica e del Consiglio, alle manifestazioni di partiti e sindacati).