Da mesi la UnipolSai ci propina le capacità preveggenti di Alessandro Gassman.
Con calma ieratica e rassicurante, l’attore si dimostra in grado di prevedere esattamente il verificarsi di eventi, oggetto guarda caso di copertura assicurativa. Il bello è che non si tratta di pubblicità ingannevole.
Ai danneggiati, costretti a richiedere il risarcimento all’Unipol (come a Generali ed Allianz), nella realtà sono richieste proprie le non comuni doti del testimonial per eccellenza.
E solo oggi (ma per chi opera nel settore non costituisce una novità) l’Antitrust ne dà conferma, aprendo un’indagine nei confronti dei tre colossi assicurativi, contestando, tra l’altro, l’opacità che in fase liquidativa gli stessi assicuratori oppongono alle vittime (sia per quanto riguarda l’assenza di motivazione alle offerte o al diniego di risarcimento sia per quanto riguarda l’accesso al proprio fascicolo).
Tutti diritti esplicitamente riconosciuti dal Codice delle Assicurazioni a favore dei danneggiati. Evidentemente le compagnie di assicurazioni ritenevano che tutti fossero come Gassman, capaci cioè di vedere oltre e conoscere con precisione ogni cosa, anche ciò che ben celato nelle stanze dei liquidatori.